É una vita dura e sacrificata, poiché bisogna affrontare molte avversità lungo il tragitto e trascorrere ore, giorni e anche settimane lontani da casa e dai propri affetti. Qualcuno lo vede come un lavoro avventuroso ed entusiasmante, ma non si possono ignorare i sacrifici e le difficoltà che si incontrano lungo la strada.
Ci sono molti stereotipi sui camionisti, che spesso lavorano da soli e possono fare affidamento unicamente sul loro mezzo. Se nonostante tutte queste avversità hai il desiderio di diventare camionista, allora conosciamo meglio questo mestiere che più che un lavoro è uno stile di vita.
LE INSIDIE PRINCIPALI
Il camionista deve viaggiare in ogni condizione climatica e su ogni tipologia di manto stradale, con tutti i rischi che ne derivano. Inoltre deve rispettare le tempistiche delle consegne e vivere in spazi angusti, condizioni che favoriscono l’insorgere di determinate patologie.
Secondo una ricerca Inail la malattia più diffusa tra gli autotrasportatori è la spondilosi.
Per contrastare queste problematiche è consigliabile:
LA PATENTE
Quale patente devono avere i camionisti? Per il trasporto di merci non professionale bisogna avere la patente C che permette di guidare mezzi superiori alle 3,5 t. Oltre alla patente bisogna avere la CQC suddivisa in 3 tipologie:
IL RIPOSO
Il riposo è fondamentale per i camionisti, che devono poter recuperare le forze psico-fisiche per affrontare il viaggio in condizioni di lucidità. La normativa impone una pausa di 45 minuti dopo 4 ore e mezza di guida. Per questo motivo molto spesso è necessario seguire il riposo di notte a bordo del camion. Molti camionisti si dotano quindi di cuccette dove poter osservare un riposo profondo e ristoratore. Diverse sono invece le pause, regolamentate dal Regolamento 561/2006. La normativa europea stabilisce che, nel corso del riposo settimanale, il camionista debba alloggiare in apposite strutture. In questi casi vige quindi il divieto di osservare il riposo a bordo del mezzo.
Fonte: gigantidellastrada.it